martedì 26 aprile 2011

GhettoVideoStory (ControVisioni)

La Haine(L'Odio)
Mathieu Kassovitz
ControVisioni

La haine (L'odio) di Mathieu Kassowitz, 1995
Il film prende spunto da un fatto reale dell'uccisione di un ragazzo delle banlieu
parigine da parte della polizia.narra le vicende di tre ragazzi delle banlieue di Parigi. Gli scontri con la polizia vengono mostrati all'inizio del film con immagini documentaristiche di archivio reali.
Il film evidenzia la drammaticità di quel mondo periferico e parigino ma così volutamente allargato all'intera Francia, all'intera Europa, al Mondo, l'irrimediabile pessimismo realista, quell'alone di speranza e mal celata malinconia per una vita che non va mai come dovrebbe, cosi si realizza una società divisa in Buoni-Cattivi, Ricchi-Poveri, Pistola-Non pistola, Bianco-Nero.
La rappresentazione razziale della sofferenza radicata, impersonificata nei volti Africano-Ebreo-Maghrabino dei protagonisti La messa in scena del dramma quotidiano, del confronto conflittuale con il mondo al di fuori del ghetto delineano una consequenziale dimensione e predisposizione alla violenza verso il mondo esterno ed il sistema che lo regola. Si potrebbe definire leggittima difesa.
Vinz (Vincent Cassel), è pieno di rabbia. Vede se stesso come un teppista che merita rispetto, che crede debba essere conquistato con la violenza. Hubert cerca di vivere con tranquillità il ghetto, odiando ciò che vede intorno a sé, acuito dalla devastazione durante gli scontri notturni della palestra che gestiva. Saïd cerca di cavarsela restando a metà strada tra la responsabilità e la violenza del ghetto.
Durante gli scontri, un agente perde la pistola; la trova Vincent, che giura di usarla per uccidere un poliziotto nel caso in cui Abdel muoia. Il film racconta, con precisi riferimenti cronologici, del giorno e della notte successive agli scontri.
La Haine (L'Odio)







LA VIDA LOCA
(Christian Poveda)

ControVisioni


Paragonate alle “marabundas”, fameliche formiche dell’Amazzonia che divorano tutto quello che trovano sul loro cammino e sul modello delle bande giovanili di Los Angeles, le maras stanno seminando il terrore in tutta l’America centrale e in particolare a El Salvador. La Vida Loca è lo studio di un fenomeno di violenza di importazione americana.
Risultato di un’infanzia terribile e piena di odio, odio per coloro che si sono presi tutto senza restituire nulla. L’odio di chi non ha mai avuto niente. L’odio dello sfruttamento, della sottomissione e dell’umiliazione quotidiana. Un odio che è stranamente accattivante, che incarna la disintegrazione della vita familiare all’interno della società salvadoregna e la disperazione in cui questi giovani sono cresciuti.
La Vida Loca è la vita reale di quelle parti: giovani che soffrono, che ci sfidano, che ci guardano con supponenza, che si offendono e che ci detestano. Nonostante questa visione del male nutra le nostre paure e generi incubi, c’è la speranza che questo documentario invochi la nostra indignazione e ci porti a interrogare sulla nostra idea del mondo. E così, come animali intrappolati, questa generazione perduta risponde con pessimismo, rivolta e morte. Assenza totale di comunicazione.
La Vida Loca è un documentario sulla solitudine umana assoluta

Christian Poveda è un fotografo e regista franco-spagnolo.
Il suo impegno politico durante la guerra del Vietnam negli anni ‘70 gli consente di sperimentare la forza delle immagini e il potere che queste possono avere su determinati eventi. È stata questa la spinta che lo ha avvicinato al fotogiornalismo e al documentario. Tutto il suo lavoro è rivolto ad avvenimenti politici e sociali straordinari. La filmografia di Christian Poveda vanta oltre 16 documentari presentati nei principali festival e mercati televisivi mondiali: La Vida Loca è uno di questi, presentato nel 2008 al Festival internazionale del cinema di San Sebastian.
3/09/2009 Christian Poveda, il regista franco-spagnolo del film-denuncia 'La vida loca', è stato assassinato in un agguato a colpi di arma da fuoco a Tonacatepeque, a pochi kilometri da San Salvador..
LA VIDA LOCA (Christian Poveda)


Riferimenti:
Foto la Vida Loca// Christian POVEDA Vù | LA VIDA LOCA // Christian Poveda Wiki // Trailer "La vida Loca


La zona

Rodrigo Plá
ControVisioni


La zona è un film basato sulla storia di un giovane (Alejandro), che vive nella zona (una zona residenziale con una propria scuola, chiesa, supermercato, più intrattenimento, ecc) facendo riferimento a un giovane ladro (Michael), che dopo aver rapinato l'area viene perseguitato dal suo popolo, finisce per nascondersi nella cantina di Alessandro. Per la grande maggioranza dei residenti della zona cacciare e uccidere l'intruso è un diritto concesso dalla loro "giustizia interna".
Spezzare il nemico nel suo impenetrabile nascondiglio è una priorità che garantisce la proprietà privata. Qualsiasi segno di disobbedienza o dissenso sarà zittito, però Alejandro conosciuto da tutti si rende conto che l'unico reato è la povertà, l'emarginazione, i rifiuti di quella stessa società che lo circonda geograficamente nella zona, e vede Michael, un ragazzo della sua età, intrappolato e impotente in una società che non comprende l'ingiustizia.
I “signori” pagano un prezzo più alto rispetto ad allora: la paura costante dell’altro, del diverso che non ha più nulla da perdere e che può minacciare all’improvviso sicurezza ed incolumità personale. In questo modo la “zona” diventa il simbolo non solo di un quartiere o di una città ma di intere nazioni che per paura possono diventare giustiziere e volgere preventivamente la violenza che temono proprio contro i più deboli. Mettendo al contempo al mondo una progenie di nuovi vigilanti pronti a reprimere il crimine alla loro maniera, secondo la loro personale “giustizia” tenendo bene occultata l'emarginazione la diseguaglianza i soprusi in cui relegano i poveri con un meccanismo automaticamente attivato dal sistema o società



venerdì 15 aprile 2011

[ Free books for (A)narchists ]

Millenium:dalle T.A.Z. alla rivoluzione
Hakim Bey (1997)

Nel 1997 Hakim Bey, autore del discusso “T.A.Z. Zone temporaneamente autonome”, presenta al pubblico italiano una raccolta di quattro saggi inclusiva di una lunga e significativa intervista ad opera di David Endler, Jack Hauser e Christan Loidl. Scegliendo l'impegnativo titolo complessivo di “Millennium” e situando il proprio discorso teorico nello scenario “oggettivamente pre-rivoluzionario” del mondo contemporaneo, il pensatore libertario statunitense, attraverso la pratica sovversiva di una scrittura visionaria e disorientante, conduce il lettore alla ri-scoperta del concetto di rivoluzione: riconfigura così il proprio immaginario politico, storicamente incentratosi sulla figura dell'insurrezione, ossia su di una dinamica di resistenza al capitalismo radicata nelle contingenze situazionali e priva dello sguardo globale (cui si correla il rischio implicito di gerarchizzare i vari livelli dell'azione e della militanza) proprio della dinamica rivoluzionaria.
Millenium-Dalle T.A.Z alla rivoluzione (1997)
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Immediatismo! I Radio Sermonettes

di Hakim Bey (U.s.a. 1992)

New York 1992: divampa uno strano evento letterario. Lo scrittore anarchico Hakim Bey, già autore del celebre e formidabile “T.A.Z. Zone Temporaneamente Autonome”, pubblica i Radio Sermonettes, una raccolta di testi orientati a mettere in luce le connessioni tra arte, vita e sovversione in chiave libertaria. Qui li presentiamo nell'eccellente edizione italiana del 1995, a cura di Ugo Adelfio e Romano Quinto. I saggi di Hakim Bey, scritti nel consueto stile provocatorio e genialmente rutilante, sono costruiti attorno ad un motivo fondamentale: l'esaltazione di pratiche estetiche non-mediate da contrapporsi, come focolai di resistenza, alla sempre più pervasiva e sottile rete di alienanti mediazioni (materiali, tecnologiche, economiche ecc...) cui la società capitalistica sottomette ogni modalità comunicativa
Immediatitismo! I Radio Sermonettes di HAkim Bey



John Zerzan - "Apocalittici o liberati? Che cos'é il primitivismo" (2004)
Un vecchio libretto edito da Stampa Alternativa intitolato: "Apocalittici o liberati? Che cos'é il primitivismo", una raccolta di interviste a John Zerzan che rappresenta uno dei testi di introduzione più chiari ed efficaci al pensiero del filosofo americano. Le interviste risalgono alla fine degli anni '90 e vertono su vari argomenti come tempo, alienazione, divisione del lavoro, tecnologia, terrorismo e anarchia. Il senso nel quale marcia il pensiero di Zerzan è questo: si parte dalla constatazione che la nostra civiltà tecnocratica ha preso una piega autodistruttiva, per ricercare nel passato più o meno lontano dell'umanità i segni d'inizio della catastrofe e le tracce di un'originaria libertà dai gioghi della moderna organizzazione sociale.
John Zerzan - "Apocalittici o liberati? Che cos'é il primitivismo"
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Peter Singer: Liberazione Animale
“Liberazione Animale” di Peter Singer è un testo edito per la prima volta nel 1975 e rappresenta forse il libro che più ha contribuito alla crescita e allo sviluppo del movimento animalista. Leggendolo scoprirete tutto ciò che le industrie farmaceutiche e della carne nascondono alla pubblica opinione per tutelare i loro sporchi lucri. RAcconta la produzione del cibo che mangiamo, come vengono spesi i soldi delle nostre tasse per la ricerca e “che cos’era il nostro pranzo quando ancora era un animale”. movimento in questi trent’anni di attività e, benché ci sia ancora tanto da fare, è una buona iniezione di fiducia notare quanti sensibili risultati sono stati ottenuti.
Peter Singer: Liberazione Animale




domenica 10 aprile 2011

__________Video-(A)nimazione_________

Il piccolo pUnK (Michael Schaack)
Il Punker Kleene è un film d'animazione tedesco del regista e produttore MichaelSchaack. In prima visione in Germania il 29 Ottobre 1992, dato negli Stati Uniti sotto il nome di The Little Punker.
Amadeus, il Punker Kleene, vive in una pattumiera convertita e ogni giorno con i suoi amici Alex, Pink e Hubi si riversa sulle strade di berlino per realizzare soldi, attuando nuove idee, che passano attraverso forme e modalità conflittuali socialmente, tra cui istituire un Punkerpartei, appartamenti puliti,un teatro dei burattini e la partecipazione a un concerto rock. Ma il sergente Schultz e suoi superiori sono una spina nel fianco. Amadeus rende loro la vita particolarmente difficile per cui si decide di mandarlo a riabilitare dalla sua nonna nella Foresta Nera.
"Solo divertimento animato, gli episodi sono contenuti e i disegni di varia qualità. Frenetico e confuso esplica allusioni socio-politico..
Der Kleene Punker, Germania, 1993, Animazione, durata 79'] Regia di Michael Schaack



mercoledì 6 aprile 2011

[Free books for punx] Kit AntiPschiatrico


Proposte di armamento
per la guerra psichica diffusa

In questi asfissianti tempi regressivi/repressivi abbiamo sempre più bisogno di efficienti integratori alimentari per i nostri intelletti, a cui le istituzioni sembrano voler fornire solo nutrimenti avvelenati e ottenebranti. Per venire incontro a questa elementare esigenza il Kalashnikov Collective Headquarter ha deciso di fornire ai suoi lettori un kit essenziale che funga da ausilio per approcciarsi alla realtà contemporanea da un punto di vista inusuale e radicale: quello (anti)psichiatrico. Selezionando sei brevi e fulminanti saggi appartenenti alla tradizione della critica alla psichiatria si mette a disposizione anche del lettore che non sia uso alle meticolose ricerche bibliografiche un'arma teorica maneggevole quanto beneficamente micidiale: ponendoci sulla scia di uno dei filoni teorici più anticonformisti e sofisticati del novecento.
Si parte provocatoriamente con un saggio dello statunitense Thomas Szasz (“La psichiatria a chi giova?” 1975), l'eretico per eccellenza del pensiero psichiatrico, autore di classici spregiudicati ed incendiari quali “Il mito della malattia mentale” e “I manipolatori della pazzia”: il testo parte da un tema drammatico e ancora attuale (l'elettroshock) per muoversi nella direzione di una radicale de-patologizzazione della follia e di ogni comportamento deviante. Per chi volesse una destabilizzante disamina storica della genesi dei concetti di “follia” e di “malattia mentale” presentiamo la rara e preziosa trascrizione di una conferenza tenuta a Tokyo (“La società e la follia” 1970) da uno dei massimi pensatori del novecento, punto di riferimento imprescindibile dei movimenti di critica alla psichiatria: Michel Foucault.
Segue “La soluzione finale”, articolo del 1967 di Franco Basaglia, grande psichiatra e implacabile intellettuale libertario, nonchè esponente di maggior spicco del movimento antipsichiatrico italiano (ma lui avrebbe preferito chiamarlo anti-istituzionale), in cui è depositata una straordinaria e attualissima critica della discriminazione della follia e di quella razzista e sessista in generale. Lo completano, dello stesso Basaglia, “Lettera da New York. Il malato artificiale” (1969) e “La maggioranza deviante” (scritto con Franca Ongaro e costituente l'introduzione dell'omonimo classico del 1971) riflessioni sofisticatissime e incredibilmente profetiche e tempestive sul disseminarsi invasivo della psichiatria e dei suoi orizzonti diagnostici nel sociale.
Conclude l'esplosiva suite un intervento (“L'invasione patologica” 2003) da doversi alla penna di Leonardo Montecchi, studioso il quale, attraverso uno spregiudicato esame del “disturbo da deficit di attenzione”, ci ragguaglia sinistramente proprio sulla pervasività che il discutibile concetto di malattia mentale, oggi letto in chiave neuro-scientifica e non più psico-sociale, sta guadagnando sempre più nel nostro quotidiano individuale, aprendo gli orizzonti ad una psichiatrizzazione capillare della società, che fino a pochi anni fa era impensabile.
Post scriptum: la leggendaria 180, norma legislativa che costituisce il principale e storico risultato politico delle lotte anti-psichiatriche italiane, alla quale si deve l'eliminazione dei manicomi e della coazione terapica, è attualmente messa in pericolo, come molti sanno, dai cialtroneschi tentativi di contro-riforma a carattere neo-manicomiale dell'attuale. Tali tentativi, forti dell'assenso esplicito (immaginiamo competentissimo) del presidente del consiglio e del consenso dei settori psichiatrici più retrivi, nonché della complicità economicamente (molto) interessata delle cliniche private, si inscrivono nel sempre più frenetico e maniacale clima di caccia alle streghe che sta investendo il paese: una ragione in più per sperimentare il nostro trip testuale anarco-psichiatrico...
La Psichiatria a chi giova? 1975(Thomas Szasz)
Open publication




La società della follia (
Michel Foucault).
Open publication





La soluzione finale (Franco Basaglia)



“L'invasione patologica” 2003 (Leonardo Montecchi)