mercoledì 24 marzo 2010

Giornata di lotta del Movimento per il Lavoro


Salerno sit-in dei disoccupati alla provincia
Lavoro Stabile-Lavoro Subito

Video-Immagini Movimento di Lotta per il Lavoro



Antefatto

Il progetto Conoscenza e Lavoro nasce nel 2007 da un accordo stipulato tra Provincia di Salerno e Regione Campania che prevedeva lutilizzo dei Fondi Europei per incentivare le possibilità occupazionali del territorio.Nella fattispecie 5 milioni di euro che sintendeva investire in parte in un percorso formativo di 400 ore che sarebbero servite ad offrire un orientamento su tematiche ambientali ed in parte al sostegno di imprese che avessero accettato di essere coinvolte garantendo ai corsisti un impegno lavorativo part-time definendo una forza lavoro senza alcun costo perché l'azione definiva un rimborso mensile di 500 euro. Al bando hanno partecipato circa 400 disoccupati iscritti nei centri per l'impiego e liste di disoccupazione. La formazione si è svolta regolarmente prima fase del progetto. La seconda fase prosegue con la pubblicazione di un invito alle imprese denominato manifestazione di interesse emanato nel dicembre 2009 nel proseguo iniziano i primi colloqui conoscitivi con gli interessati. Molte aziende anche se con qualche dubbio aderiscono al progetto percependo la valenza sociale di tale azione. A questo punto si interrompe il percorso, la provincia non firma la convenzione invocando qualche norma disattesa. Il movimento dei corsisti cerca di comprendere le ragioni e di mediare una soluzione sostenibile iniziando un dialogo con le istituzioni locali. Si decide ad un azione dimostrativa per evidenziare ai media informativi e rendere trasparente gli accadimenti.
In seguito ad estenuanti trattative la vertenza progetto "Conoscenza e Lavoro" finanziato con fondi P.O.R 2007/2013 subisce oggi un ulteriore rallentamento che determina un disagio estremo per 432 famiglie di Salerno che dopo un percorso formativo e stage in azienda con acquisizione di qualifiche si ritrovano da circa un anno senza alcun reddito in attesa di una work esperience da effettuare presso aziende ed enti pubblici le quali attraverso un bando pubblico hanno manifestato interesse a questo progetto. L'azione di work esperience darebbe la possibilità ai disoccupati di usufruire di un reddito minimo definendo una percorso di inserimento finalizzato al lavoro stabile. Attualmente il percorso viene bloccato per strumentalizzazioni politiche delle varie fazioni (Provincia-Regione vedi elezioni).
Si denunciano pubblicamente gli amministratori regionali e provinciali coinvolti nella vertenza e la politica infame che viene attuata facendo leva sulle esigenze delle persone pur di ottenere consensi elettorali.

Video protesta
Sit-in davanti palazzo S. Agostino (Provincia di Salerno) e blocco del traffico stradale, queste le misure scelte dal movimento corsisti "Conoscenza e Lavoro" in forma di protesta contro l'immobilismo e la strumentalizzazione che si tenta di mettere in atto a danno di 400 famiglie che vivono un estremo disagio
economico.
Lavoro stabile-Lavoro subito

giovedì 11 marzo 2010

Gli Anarchici nella resistenza Palestinese

  • Anarchists Against the Wall
  • (anarchici e anarchiche contro il muro) è un gruppo aperto il cui principale interesse è l’azione diretta non-violenta congiunta israelo-palestinese nei territori palestinesi occupati. I suoi scopi principali sono collaborare con la società civile palestinese nelle pratiche di disobbedienza civile all’occupazione, utilizzando l’insurrezione popolare dal basso come alternativa a politiche basate invece sulle diverse fazioni e partiti; creare un’alternativa alla violenza nella lotta di resistenza e far sì che israeliani e palestinesi resistano all’occupazione fianco a fianco. Anche se essere anarchici non è un criterio per unirsi al gruppo, la maggioranza delle attiviste e degli attivisti israeliani si riconoscono nell’anarchismo e il gruppo opera basandosi su principi anarchici. Dalla sua nascita nel marzo 2003 il gruppo si è prevalentemente concentrato sulla resistenza contro la costruzione del muro dell’apartheid nel West Bank. A partire dal 2002 Israele ha iniziato a costruire una barriera, nota come muro dell’apartheid, dentro ai territori occupati. Oltre ad aumentare in maniera consistente le sofferenze causate dall’occupazione rendendo ancora più difficili i movimenti della popolazione all’interno del West Bank, il percorso del muro comporta massicci furti di terra agricola ed espulsioni della popolazione palestinese dai propri terreni. Quando è iniziato a diventare evidente che la costruzione del muro si sarebbe trasformata in un enorme strumento di oppressione, un gruppo anarchico israeliano ha deciso di usare la questione del muro come catalizzatore per azioni dirette congiunte israelo-palestinesi. Dall’inizio del conflitto questa è stata la prima volta in cui israeliani e israeliane e palestinesi si sono trovati fianco a fianco in azioni di resistenza all’occupazione. (Anarchists against the Wall). «Per dedicarsi ad azioni congiunte di israeliani e palestinesi è necessario creare la base personale e relazionale che rende possibile il fare politica assieme. È necessario costruire fiducia. La gente in Europa si deve rendere conto che non usiamo la parola “Apartheid” solo come uno slogan. C’è una separazione assoluta tra le due società. Costruire relazioni personali e fiducia, che sono la base dell’azione politica, è il passo più difficile e contemporaneamente il più importante.» «Gli israeliani devono vedere l’occupazione. È impossibile e inutile raccontargliela. La maggioranza delle persone che ha fatto questa esperienza, che ha visto, ha cambiato totalmente la propria vita. Si sono sentiti chiamati a risponderne personalmente, perché è diventato per loro impossibile non sentire profondamente l’ingiustizia.” La cosiddetta “barriera di separazione» o per meglio dire Muro dell’Apartheid, di cui sono già stati costruiti più di 150 dei primi 650 Km previsti, non si limita a separare, per presunti motivi di sicurezza, la popolazione israeliana da quella palestinese, ma penetrando nei Territori Occupati ed accerchiando molti centri abitati, espropria terre, distrugge coltivazioni e pozzi, separa la popolazione dalle proprie fonti di sussistenza, rende i movimenti interni ancora più difficoltosi di quando già non faccia l’attuale sistema di suddivisione in aree e annette, di fatto, una larga percentuale di territorio palestinese, soprattutto intorno alle zone degli insediamenti israeliani e a quelle strategicamente più interessanti. Proteste, manifestazioni e campi politici contro il Muro, gestiti ed organizzati da segmenti della società civile palestinese, hanno rappresentato un ritorno dell’Intifada come movimento dal basso, sostanzialmente disarmato e non militarizzato. Le zone dove attualmente si compiono i lavori di costruzione sono state protagoniste di diffusi momenti di insurrezione popolare, spesso con la presenza e il sostegno di attiviste e attivisti internazionali e israeliani, tra cui Anarchists against the Wall. La violenza della repressione ha comportato oltre alla drammaticamente consueta uccisione di civili palestinesi, anche il ferimento grave di due compagni israeliani, Gil Naamati nel dicembre 2003 e Itay Levinsky nel marzo 2004.Se in Italia solo l’informazione indipendente e di movimento ha dato spazio alle notizie delle azioni e della repressione conseguente, in Israele stampa, radio e televisione si sono trovate invece costrette ad affrontare il tema di giovanissimi cittadini israeliani, ebrei e disarmati, colpiti in maniera quasi mortale da un esercito cui tradizionalmente si attribuisce una funzione difensiva e protettiva.

Fonti