sabato 9 gennaio 2010

Free Palestine-Palestine libere


Giro di vite contro gli attivisti per i diritti umani in Palestina


Dalla scorsa estate Israele ha intensificato una
campagna repressiva mirata contro gli attivisti
per i diritti umani palestinesi e i leader delle comunità
locali che si battono contro la costruzione del muro
e degli insediamenti illegali.
Negli ultimi mesi ciò ha portato all'arresto e alla carcerazione
in regime amministrativo (senza accuse specifiche)
di tre membri di Stop The Wall, tra cui Jamal Jumà
[video intervista], il coordinatore
delle campagne promosse dall'associazione.
La sera del 15 dicembre Jamal aveva ricevuto
una convocazione al checkpoint di Qalandia per un
interrogatorio che si sarebbe tenuto alle 24 della
stessa notte.
Due ore e mezza dopo veniva arrestato,
la sua abitazione veniva messa a soqquadro dai
soldati israeliani davanti alla moglie e ai figli, che
assistevano impotenti.
Jamal è detenuto in isolamento, privato del diritto
di incontrare il proprio avvocato e sottoposto a
interrogatorio senza che nessuno vi possa assistere,
esposto ad eventuali abusi non verificabili.
Il suo caso viene assegnato al tribunale militare,
anziché a una corte civile, in modo da prolungare
notevolmente la discrezionalità del periodo
detentivo,i termini per il processo e la privazione
di diritti civili.
In precedenza era toccato a Mohammad Othman,
arrestato il 22/09/2009 al ritorno da un tour
di conferenze in Norvegia, e ad
Abdallah Abu Rahma,insegnante e coordinatore
della Commissione Popolare di Bil'in sequestrato
in un raid all'aba del 10 dicembre.
Questi provvedimenti palesano la
crescente insofferenza di Israele alle battaglie
legali e alle campagne di boicottaggio.
Quest’ultima forma di protesta ha ottenuto,
che ha portato associazioni, istituzioni
e confederazioni sindacali ad aderire al
sanzionamento dell'economia di guerra israeliana
e delle aziende che con essa fanno affari
[1 | 2.pdf | 3].
Poco prima dell'arresto, Jamal stava lavorando
per spingere le rappresentanze dell'Unione
Europea a impegnarsi maggiormente nella tutela
degli attivisti, seguendo regolarmente i processi a
loro carico e sollevando i casi specifici degli abusi
detentivi nel dialogo politico tra l'U.E. e Israele.
Sale intanto la tensione al Cairo dove centinaia
di attivisti internazionali
(tra i quali anche la delegazione italiana)
in viaggio verso Gaza per partecipare
alla Gaza Freedom March, stanno incontrando
l'ostilità governo egiziano, intenzionato a vietare
loro l'accesso alla Striscia attraverso il valico

[Palestina] Intervista a Jamal Jumà :

il muro dell'Apartheid.


Intervista a Jamal Jumà , coordinatore delle campagne
di Stop The Wall , raccolta
l'11 settembre 2007 a Ramallah.
Jamal spiega lucidamente il progetto politico sotteso
dal muro, la lotta demografica per dare alla Palestina
una chiara matrice ebraica e le modalità con cui Israele
sottrae terre ai palestinesi per impiantarvi colonie.
[29/12/09] Jamal è¨ stato arrestato il 15 dicembre
dall'esercito israeliano,ad oggi imprigionato
in isolamento in regime di detenzione
amministrativa (ovvero senza prove o
specifiche accuse a suo carico).
Nelle ultime settimane stava lavorando
per spingere le rappresentanze
dell'Unione Europea a impegnarsi maggiormente
nella tutela degli attivisti, seguendo regolarmente
i processi a loro carico e sollevando
i casi specifici degli abusi detentivi
nel dialogo politico tra l'U.E. e Israele.FreeJamal

Chi è Jama Jumal Jumà?

Verso la mezzanotte del 15 dicembre, i servizi di sicurezza israeliani hanno convocato Jamal Juma’ per un interrogatorio. Qualche ora più tardi, lo hanno ricondotto a casa sua. Una volta a casa, Jamal Juma’ è stato ammanettato, mentre i soldati hanno perquisito la casa per due ore, mentre la moglie e i tre figli piccoli stavano a guardare impotenti. Al momento di andarsene, i soldati hanno detto alla moglie che avrebbe potuto rivedere il marito solo attraverso uno scambio di prigionieri. Jamal Juma’ è stato quindi portato via e arrestato, col divieto di incontrare un avvocato o di ricevere familiari, senza che gli fosse fornita alcuna spiegazione per il suo arresto.

Jamal ha 47 anni, è nato a Gerusalemme e ha dedicato la sua vita alla difesa dei diritti umani palestinesi. L’obiettivo principale del suo lavoro è volto alla responsabilizzazione delle comunità locali perché reclamino i loro diritti umani di fronte alle violazioni dell’occupazione. E’ membro fondatore di diverse ONG palestinesi e reti della società civile e coordina la Campagna palestinese contro il Muro dell’Apartheid fin dal 2002. Il suo ruolo è riconosciuto a livello internazionale, è stato più volte invitato a presentare all’estero il dramma rappresentato dal Muro ed è intervenuto anche presso le Nazioni Unite. I suoi articoli e le sue interviste sono ampiamente pubblicate e diffuse e la sua opera è stata tradotta in diverse lingue. Essendo un personaggio di grande visibilità, Juma ‘non ha mai tentato di nascondere o mascherare le sue attività.
Quello di Jamal Juma’ rappresenta l’arresto di più alto profilo all’interno di una crescente campagna di repressione tesa a colpire la base diella mobilitazione contro il Muro e le colonie. Inizialmente sono stati arrestati attivisti locali dei villaggi colpiti dal Muro, ma recentemente le autorità israeliane hanno cominciato a spostare la loro attenzione sui difensori dei diritti umani di fama internazionale, come Mohammad Othman e Abdallah Abu Rahmeh. Mohammad, un altro membro della campagna Stop the Wall, è stato arrestato quasi tre mesi fa, di ritorno da un giro di conferenze in Norvegia. Dopo due mesi di interrogatori, le autorità israeliane non essendo in grado di formulare accuse specifiche contro Mohammad, hanno emesso un ordine di detenzione amministrativa in modo da impedire la sua liberazione. Abdallah Abu Rahma, una figura di spicco nella lotta non violenta contro il Muro a Bil’in, è stato prelevato dalla sua abitazione da soldati a volto coperto nel bel mezzo della notte, e dopo una settimana è seguito l’arresto di JamalJuma’.
Con questi arresti, Israele mira a indebolire la società civile palestinese e la sua influenza sulle decisioni politiche a livello nazionale e internazionale. Questo processo criminalizza chiaramente il lavoro dei difensori dei diritti umani palestinesi e palestinesi, la disobbedienza civile.
E’ fondamentale che la comunità internazionale si mobiliti contro i tentativi di Israele di criminalizzare chi lotta contro il Muro. La politica israeliana mettendo nel mirino le organizzazioni che pretendono che vengano riconosciute le responsabilità dello stato ebraico, intende sfidare le decisioni dei governi e degli organismi internazionali, come la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), che denunciano le violazioni israeliane del diritto internazionale. Una sfida che non deve vincere







17/12/2009 Gerusalemme
Questo Venerdì circa 400 manifestanti hanno partecipato a una marcia partita dal centro di Gerusalemme, verso la nieghborhood di Sheikh Jarrah nella parte est di Gerusalemme. La polizia non ha concesso un permesso per il corteo dei partecipanti e di conseguenza ha deciso di dividere in gruppi più piccoli e raggruppare all'ingresso della nieghrbohood. Anche se la manifestazione è stata (come al solito) non-violenta, venti manifestanti sono stati arrestati e detenuti per 24 ore.

seguito degli arresti e dopo che la polizia ha violentemente disperso la manifestazione, i coloni locali arrivati nel quartiere hanno provocato i residenti palestinesi. Due palestinesi sono stati arrestati. La notte seguente, 200 persone hanno convocato una manifestazione di solidarietà per venti arrestati . Gli arrestati sono stati poi rilasciati su cauzione e la condizione che non partecipano a eventuali dimostrazioni. Otto sono stati incriminati.

A Bil'in, la manifestazione organizzata dal Comitato Popolare contro il Muro è stata raggiunta da decine di dirigenti, iscritti e simpatizzanti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Come ogni Venerdì un certo numero di attivisti per la pace internazionale e di Israele e persone provenienti da Bil'in e dei villaggi vicini hanno preso parte alla demo. Dopo la preghiera del Venerdì, un gruppo allegro e umido di manifestanti portavano striscioni che condannano l'occupazione israeliana e dei suoi metodi repressivi, mentre hanno marciato verso il muro costruito su terreni Bili'n. Slogan e discorsi chiamato per l'unità nazionale e ha ricordato i principi del palestinese. Quando i manifestanti si avvicinano al muro l'esercito israeliano ha sparato bombe sonore e gas lacrimogeni e dopo un po 'un soldato anche sparato alcuni proiettili di gomma-metallo rivestito.

La manifestazione è stata seguita da una invasione notturna effettuata da cinque jeep militari pieni di soldati e ufficiali di polizia di immigrazione. Le forze armate delle Forze di Difesa israeliane sono entrate nel villaggio di Bi'lin per il primo raid notturno in più di 1 mese. Circa 30 soldati di livello internazionale e dei media casa che illustra con chiarezza la determinazione di Israele di chiudere la copertura sul loro occupazione e di apartheid. Dopo aver trascinato tutto internazionali fuori dalle loro case e sotto la pioggia la notte hanno controllato i loro passaporti e perquisito la casa per la voce. Nulla è stato trovato e nulla è stato confiscato.

Two houses raided in Bilin 19.12.2009 by Haitham al Ktib


VideoManifestazioni di apertura del nuovo decennio

El Ma'asara weekly demo - 1-1-10

In Maasara, la manifestazione segna il 45 °
anniversario del movimentonto Fatah.
La partecipazione di manifestanti
provenienti dai villaggi vicini e le città,
hanno aderito israeliane e sostenitori
internazionali. La marcia dal centro
del villaggio al muro ha contato circa 300
partecipanti.
L'esercito, nella sua solita maniera,
ha bloccato la manifestazione
all'ingresso di Umm al-Salamuna.
Per un'ora sono stati scanditi slogan,
effettuato interventi - promettendo
di continuare la lotta, nonostante le minacce
telefoniche recentemente ricevute dagli organizzatori.



8.1.2010 Massara demostration


Nebi Salah_8-1-10

manifestazione contro l'annessione delle terre del villaggio


bilin weklly demo 08.01.2010




Una settimana di azione contro l'assedio di Gaza


"End the Siege of Gaza!" - Demonstration in Tel Aviv January 2, 201


Più di un migliaio di cittadini palestinesi e israeliani ebrei provenienti da tutto il paese hanno partecipato a una manifestazione Giovedi al checkpoint di Erez, al confine di Gaza. La manifestazione, organizzata dal comitato di alto dei palestinesi israeliani e si è iscritto dalla Coalizione contro l'assedio, faceva parte della settimana internazionale di azione contro l'assedio, segnando un anno per l'attacco israeliano su Gaza, ed è stato coordinato con una dimostrazione simile su l'altro lato del muro .

I manifestanti, circondati dalle forze massiccie dell'esercito israeliano e la polizia, hanno cantato slogan contro l'assedio e discorsi sentiti da alcuni deputati israeliani della Knesset .
Dopo circa due ore la manifestazione conclusa pacificamente.

Gaza Strip 31-12-09 - International demonstration from both sides of the barrier



La mattina dopo, Domenica, 25 attivisti israeliani tentato direttamente una marcia in direzione sud verso la Striscia di Gaza dalla spiaggia israeliana di Zikim. Come gli attivisti si stavano avvicinando ad una barriera sono stati fermati da soldati e forze di polizia. Un alto ufficiale di grado ha detto ai manifestanti che non poteva promettere che lui ei suoi uomini avrebbero evitato di aprire il fuoco contro di loro se procedevano.
Contestando la legittimità dell'assedio, gli attivisti hanno cercato di attraversare la linea di soldati, e alcuni addirittura provavano dal mare, cercando di nuotare intorno alla barriera. Gli attivisti sono stati subito fermati dalla polizia, con le navi automobile in acqua e cavalli. 16 sono stati arrestati nel sospetto di aver violato un ordine militare, in seguito vengono rilasciati dalla stazione di polizia di Sderot, ma impedivano di tornare in zona vicino a Gaza per due settimane.

AATW demonstration against Israel's siege of Gaza





Aggiornamenti sugli arresti:











Aggiornamenti su AATW


8 gennaio 2009 Amnesty International

ha rilasciato una dichiarazione in cui chiede che le autorità israeliane rilascino immediatamente, o sottopongano a un giusto processo, tre attivisti dei diritti umani palestinesi che sono detenuti in Israele in seguito alle loro proteste contro la costruzione del muro della West Bank.

In una lettera inviata a Ehud Barak, primo ministro israeliano, Amnesty International ha espresso la preoccupazione che Jamal Juma', Abdallah Abu Rahma and Mohammed Othman siano detenuti per aver legittimamente espresso la propria opposizione contro il muro.
Il press release originale
si trova qui

Per aderire all'appello di Amnesty international vai qui.



Films documentario



Diario da Gaza

Free Palestine-Palestine Libere
Stop al Genocidio Pianificato in Palestina

STEFANO SAVONA: "DENTRO IL LAGER DI GAZA"

"Piombo fuso", premio speciale in Cineasti del Presente a Locarno

E' stato l'unico sguardo occidentale su Gaza durante l'operazione Piombo Fuso (27 dicembre 08-18 gennaio 09), testimone dei bombardamenti e delle distruzioni, della disperazione dei civili e dei modi di sopravvivere all'assedio, della carestia e dello scetticismo. E Piombo fuso-Cast Lead si chiama ora il documentario cheStefano Savona porta a Locarno, nella sezione Cineasti del Presente (dove ha vinto un premio speciale, unico italiano sul podio). Nato come Shooting Gaza, nel duplice senso di una parola che vuole dire filmare e sparare, è stato più volte rielaborato con tagli e aggiunte dal documentarista siciliano, fotografo, antropologo e viaggiatore, già autore di Primavera in Kurdistan nel 2006, candidato al David di Donatello. Prodotto da Pulsemedia, Piombo fuso.

Il documentario lascia grande spazio alle immagini e ai suoni, dalla frontiera con l'Egitto a Rafah, dove passano solo le ambulanze con morti e feriti e qualche camion di medicine, alle macerie di una moschea bombardata dove i bambini giocano ancora, ai tunnel costruiti sotto la frontiera per mantenere i contatti con il resto del mondo arabo, un sistema che per gli egiziani rappresenta un business e per i palestinesi di Gaza l'unico contatto con l'esterno. Una visione globale della situazione palestinese dà la percezione esatta di un popolo che subisce un genocidio pianificato.




The shoot an elephant

Proiezione globale

IL TEAM DI "SPARARE A UN ELEFANTE" CHIEDE UNA PROIEZIONE GLOBALE-GIORNATA DELL´URLO GLOBALE PER GAZA IL 18 GENNAIO 2010

Il 18 gennaio 2010 è il primo anniversario della fine dei bombardamenti da parte di Israele della Striscia di Gaza, un attacco che ha avuto inizio il 27 dicembre 2008, ed è durato fino al 18 gennaio 2009, e in cui 1.412 palestinesi hanno perso la vita. Il documentarioTo Shoot An Elephant(TSAE) è testimone oculare dall'interno della Striscia di Gaza di quanto è avvenuto in quei giorni. Questo racconto diretto e privilegiato diventa uno strumento con cui possiamo affrontare la propaganda israeliana su ciò che realmente è successo lì e il silenzio della comunità internazionale.Per il suo valore come testimonianza della popolazione civile, TSAE è diventato un resoconto legittimo che racconta ciò che è realmente accaduto lì. È un'immagine insostituibile di ciò che i mass media cercano di nascondere, una colonna sonora eccezionale da ascoltare per chi vive sotto il controllo sionista... Frammenti di realtà, che mostrano come è la vita dentro una “guerra” da cui non vi è alcuna possibilità di fuga.Scarica VideoFileTorrent




Aggiornamenti sulla Gaza Freedom March:


per bloccare il convoglio umanitario. Numerosi i feriti.
Il video degli scontri.










Links di riferimento:

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