lunedì 22 agosto 2011

No Tav-Torino: VideoAggiornamenti Val di Susa

Treni ad Alta Velocità

Comitato NoTav-Torino

Una breve premessa documentale che descrive le motivazioni che sostengono il rifiuto della popolazione residente nei luoghi individuati per la realizzazione della linea treni ad alta velocità-TAV.Di seguito, al DocuFilm realizzato nel 2008, attuali riprese video che testimoniano l’estrema e dignitosa difesa del territorio messa in atto dalla popolazione locale



NO TAV è un movimento attivo nella Val di Susa contrario alla realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, parte del Progetto Prioritario 6 pianificato dall’Unione europea per collegare Lione a Budapest e successivamente arrivare fino al confine ucraino. L’attuale leader è Alberto Perino[1][2].

Analoghi movimenti di contestazione erano sorti nei primi anni novanta tra Firenze, Bologna e Roma. L’idea alla base della protesta è che la linea ad alta velocità progettata in Val di Susa sia un’opera inutile alla popolazione italiana ed europea, ma spinta da varie lobby che intravedono la possibilità di ingenti profitti. In particolare i No TAV evidenziano che la linea attuale (Ferrovia del Frejus) è ben sotto la saturazione e non ci sono studi imparziali che prevedano un aumento del traffico sulla direttrice Torino – Lione.

PERCHE’ NO AL TAV TORINO-LYON

In evidenza le principali ragioni di opposizione alla nuova ferrovia: ognuna di esse rimanda ad una pagina in cui le ragioni vengono motivate e documentate.
Le tesi esposte discendono da analisi di natura scientifica condotte in oltre 20 anni da docenti universitari ed esperti di economia dei trasporti, di architetture contrattuali e finanziarie, di ingegneria ambientale, da naturalisti, geologi, agronomi, medici e giudici: un “sapere” diventato bene comune del movimento NO-TAV.

NoTav perché sarebbe un’opera:




Val di Susa

VideoAggiornamenti


AltreVisioni

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Orrori_dello_Stato_italiano1

In questo video, si raccolgono gli orrori dello Stato che sono stati nascosti dietro alla strumentalizzazione dei manifestanti più violenti.
Lo Stato sta perpetrando in Val di Susa orribili violazioni legali e umane per difendere gli interessi di S.p.A. e di politici corrotti criminalizzando incredibilmente il popolo subente.

Stanno tentando di far credere che lo sviluppo di una società sia correlata alle grandi opere, dicono che non si deve protestare perchè “diminuisce il business del turismo”, stanno usando il ricatto di pochi e precari posti di lavoro per favorire un business inutile rispetto a quello che si potrebbe fare con gli stessi soldi usati per numerose “piccole opere” ma realmente utili per la collettività.
Se il prezzo da pagare per lo “sviluppo” è la crudeltà di uno stato fascista, dittatoriale o comunque prepotente e violento, qualcosa non torna in questo “metodo di progresso”.

MASSIMA SOLIDARIETà AL POPOLO VALSUSINO

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17/08/2011
Vile e vergognoso assalto dello Stato italiano, al gazebo degli scioperanti della fame.

Aggiornamento dellla situazione nella terra dove lo Stato combatte i cittadini.

Negli stessi giorni, il sindaco di Chiomonte (pro-TAV) lamenta un tentato incendio alla porta di casa. All’evento viene dato molto risalto mentre viene sommersa l’aggressione ai digiunanti.
Ogni volta che viene eseguito un assalto ai manifestanti, avviene contemporaneamente un evento diversivo che pone ragionevoli dubbi sulla sua casualità.

http://www.mokor.net

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Val_di_Susa

Orrori_dello_Stato italiano3

Prosegue il silenzio dei media italiani, ma questo alimenta ancor più la tenacia dei valsusini e anche quella della rete.
Ormai non è più solo una questione TAV, in Val di Susa lo Stato sta facendo inquietanti prove di forza sulla popolazione e i segnali sono sempre più evidenti ogni giorno che passa, mentre alla gente viene data una visione totalmente distorta di quello che lo Stato sta facendo grazie ai media italiani ormai totalmente controllati
.

Val_di_Susa Orrori_dello_Stato3




Avigliana_17agosto2011_

no_tav_bloccano_tgv

No tav di sera alla stazione di Avigliana, in val di Susa hanno bloccato il treno internazionale ad alta velocità tgv diretto da Lione a Torino. Questo per la val di Susa è un treno simbolo, che dimostra l’inutilità di una ulteriore linea ferroviaria in val di Susa. Torino è collegata perfettamente a Lione e ogni giorno i treni scorrono velocemente oltre i confini.


Avigliana_17agosto2011_no_tav_bloccano_tgv





No_Tav_

appesi_alla_ruspa_fermano_i_lavoro

Due compagni si sono arrampicati sulla ruspa per impedire al crumiro che la manovrava di poter devastare la valle e ampliare la recinzione dei fortino. La valle che resiste
No_Tav_appesi_alla_ruspa_fermano_i_lavori



Fonte: NoTav Info

lunedì 8 agosto 2011

PlanetStory:Libera Circolazione di Esseri Umani

Illegal
Immigrazione "illegale"
(Olivier Masset-Depasse)

(A)ltreVisioni
Immigrazione "illegale" Una tensione morale che obbliga a 'vedere' la realtà senza il filtro delle ideologie.

Tania ha un figlio di 14 anni, Ivan. Tania ed Ivan sono immigrati illegali provenienti dalla Russia. Vivono in Belgio ormai da otto anni anche se in costante stato di tensione. Tania ha il terrore di essere fermata dalla polizia con il conseguente controllo dei documenti. Fino a quando un giorno ciò accade. Madre e figlio vengono divisi. Tania viene portata in un cosiddetto centro di accoglienza e fa di tutto per potersi ricongiungere ad Ivan. Sulla sua testa pesa la minaccia di un decreto di espulsione.
Olivier Masset-Depasse propone la via del thriller e ci sembra una decisione assolutamente funzionale. Riesce cioè a farci partecipi di una duplice tensione. Da un lato quella della protagonista che si trova a cercare di sopravvivere in una società che ha decretato la sua illegalità senza averne il diritto finendo poi in quella sorta di girone infernale che è il centro di accoglienza.
C'è però (ed è altrettanto forte) la tensione morale di una sceneggiatura e di uno sguardo che ci obbligano a 'vedere' la realtà senza il filtro delle ideologie. I poliziotti di Illegal non sono tutti dei Natural Born Killers. Alcuni di loro sono vittime di un sistema che vuole che il clandestino subisca tali e tante umiliazioni da non voler più (una volta espulso) desiderare di ritornare nel Paese. Davanti a loro non ci sono delle persone ma volti senza nome.
Badate bene che si tratta di persone che non hanno commesso nessun tipo di reato se non quello di voler vivere altrove. per esigenze varie, dal luogo che sono nati.

Illegal (Olivier Masset-Depasse)




La situazione in italia attualmente
Immigrazione: diciotto mesi nei Cie… e nessuno può raccontare quello che accade

Dopo la votazione avvenuta in Senato la polizia potrà trattenere gli immigrati irregolari sino a diciotto mesi in quei posti infami e senza regole che sono i centri di identificazione per stranieri (Cie). Il ministro Maroni bleffa quando afferma che si tratta di una norma che ha una matrice europea.
La direttiva Ue (che molti in giro per il vecchio continente avevano definito direttiva della vergogna) prevedeva che solo in casi eccezionali la detenzione amministrativa potesse protrarsi sino a un anno e mezzo, un tempo enorme di imprigionamento per una persona non colpevole di alcun crimine. Il governo ha fatto diventare regola quella che nella disposizione europea era palesemente una eccezione e che era affiancata da misure per favorire il rimpatrio volontario degli immigrati nelle loro terre di origine.
Come era prevedibile le misure di rimpatrio volontario mancano del tutto nel decreto del Governo. I Cie sono luoghi di internamento dove corpi di donne e uomini vengono ammassati e custoditi senza diritti e senza umanità. La violenza è alla base dei rapporti tra i custodi (che a volte sono organizzazioni private) e gli immigrati.
Chiunque abbia visitato un Cie sa che in quel luogo regna il degrado. Nel decreto del governo non c’è ovviamente traccia di una estensione delle opportunità di visita di queste strutture da parte della stampa e delle organizzazioni della società civile. Nelle carceri possono entrare parlamentari, consiglieri regionali, volontari. I Cie invece sono luoghi sottratti agli occhi esterni. Sono luoghi opachi e quindi pericolosi.
LasciateCIEntrare è una campagna pubblica che chiede al governo di aprire questi luoghi di detenzione al monitoraggio indipendente delle organizzazioni dei diritti umani. Un ruolo di controllo sociale e politico appartiene ai giornalisti che dovrebbero pretendere l’ingresso nei Cie per potere raccontare ai lettori, ai telespettatori, ai radioascoltatori quello che vedono coi propri occhi. Negare questa possibilità significa avallare le tesi secondo cui le autorità vogliono coprire le nefandezze dei Cie. Significa dare ragione a chi sostiene che nei Cie regna l’illegalità e la violenza con la complicità delle istituzioni.